Quando ho saputo che in edicola, in allegato al Corriere della Sera, per un mese sarebbe stato disponibile il libro “Le cose cambiano. Storie di coming out, conflitti, amori e amicizie che salvano la vita” (Isbn Edizioni), mi sono praticamente precipitata ad acquistarlo.
Sapevo semplicemente che il volume rappresenta uno dei prodotti di un progetto nato negli Stati Uniti e recepito, accolto e promosso nel nostro paese grazie all’organizzazione Girls and Boys, fondata da Isbn Edizioni, che si occupa di sviluppare piani editoriali di utilità sociale.
E che il libro si colloca in un’ottica più ampia, in un programma nato sul web che si propone come supporto agli adolescenti e alle adolescenti omosessuali o transessuali vittime di bullismo fisico o psicologico.
Le pagine portano tante testimonianze, di personaggi più o meno noti, che raccontando dei loro “ieri” – alcuni molto lontani nel tempo, altri più prossimi – e si rivolgono ai giovani di oggi per sostenerli.
L’idea iniziale è di Dan Savage – scrittore e attivista americano – che, fortemente scosso da una serie di suicidi di giovanissimi per motivi legati alla non accettazione della società di fronte alla loro omosessualità, si è interrogato su una modalità, che fosse proficua e diretta, per poter comunicare, ai tanti ragazzi e ragazze in situazioni di pressione e difficoltà, che con la crescita, con il passare del tempo, con l’uscita dal difficile tunnel adolescenziale, le cose in effetti possono cambiare, che saranno più liberi di vivere la propria sessualità con meno condizionamenti e avere la possibilità di un’esistenza felice e realizzata.

Non riuscendo ad avere la complicità della scuola, a causa della mentalità bigotta che sovente pervade buona parte del corpo insegnati e genitori, lo scrittore ha pensato di affidarsi al web e ai social network, con un tam tam di messaggi video – passati attraverso Youtube prima e approdati su una pagina dedicata poi – rivolti direttamente ai ragazzi da adulti, gay o etero, che desiderassero comunicare loro che non vale la pena togliersi la vita perché un futuro migliore è dietro l’angolo.
Ma non semplicemente questo.
Con una sensibilità affinata, che dimostra nella bella e sentita introduzione al libro, Savage si rende conto che la crescita può essere davvero in salita per un giovane che si accorge – e di solito, come dimostrano le tante testimonianza, l’identità di genere e le preferenze sessuali si scoprono e si vivono sulla pelle e nell’animo ben prima che la mente e la lingua le sappiano identificare e nominare – di essere gay o di non sentirsi a proprio agio nel corpo che la natura ha scelto per lui.
Che, oltre alla violenza che dilaga nelle tante omofobie, più o meno istituzionalizzate da stati e chiese malati di pochezza, chiusura e cecità, ci sono anche i drammi familiari, di genitori che non accettano i figli per ciò che sono e vorrebbero cambiarli e c’è la terribile omofobia introiettata, cioè quel disagio che nasce nel ragazzo stesso che, per sensi di colpa di fronte ad una cultura diffusa e paura di non essere amato, non riesce ad accogliere la sua natura, ad amarla ed abbracciarla come sarebbe giusto.

Una sofferenza psicologica che solo a pensarci fa rabbrividire. La sensazione è che un adolescente gay – maschio e femmina che sia – che non ha la fortuna di vivere in un ambiente “illuminato” (e purtroppo nessun ambiente lo è ancora al cento per cento) finisca per sentirsi accerchiato.
E non possa non provare paura.
E se la motivazione più profonda di questa paura è, in fin dei conti, quella di non poter essere sé, di restare privato dell’identità, in alcuni casi, o dell’amore, in quasi tutte le circostanze…bhe, è indubbio che la situazione sia agghiacciante e che non solo chieda, ma urli, invochi, salvezza.
(è sconvolgente apprendere che un adolescente gay abbia circa 7 volte più probabilità di tentare il suicidio e che 9 ragazzi omossesuali su 10 siano vittime di violenze e bullismi)
“Le cose cambiano” quindi arriva con l’intento di aprire una crepa, oltre che quello di prospettare un futuro migliore.
Anche perché il futuro può essere migliore soltanto se si riesce a penetrare nella barriera dei tanti silenzi – ipocriti, falsi, dolorosi e cattivi – per avviare un passaparola che ripeta, come un mantra: “non c’è nulla che non vada in te”, “non sei solo”, “quello che provi e senti è naturale”, “tu vali esattamente per ciò che sei”.

Parlare, si sa, è meglio di tacere e ogni essere umano che percepisce una propria diversità ha bisogno di sapere che nel mondo c’è chi non reputa quella diversità come metro di giudizio del valore o come massa che sulla bilancia dell’amore faccia da contrappeso alla propria essenza.
E se un adulto è in grado di portare alta la testa di fronte ad una propria caratteristica non omologata, per l’adolescente è tutto molto più difficile, sia perché la fase della crescita stessa richiede la sicurezza di un’omologazione, sia perché nel passaggio dalla dipendenza (dai genitori, dagli amici, dalla scuola…) all’indipendenza di azioni e vedute è proprio il momento del distacco ad essere il più delicato.
Supporto quindi, ottimismo, vicinanza, scossa per riflettere, carezza benefica, ma anche invito all’impegno, alla lotta, al mettersi in gioco perché le cose  – che non si modificano per virtù divina – cambino davvero.
Tutto questo è racchiuso nel libro, ma anche molto di più, perché le voci sono tante – molte americane ma tante anche nazionali, più vicine alla nostra realtà – e in ogni voce è racchiusa una vita, un’esperienza, una sensibilità, un punto di vista, un modo di intendere, di fare e di volere, una sofferenza – o non-sofferenza – diversa.

Storie difficili, ma anche storie facili, ragazzi e ragazze di allora – ora uomini e donne – che hanno incontrato famiglie accoglienti o rifiutanti, amici comprensivi o bulli violenti, insegnanti ottusi o aperti…
Che hanno dovuto lottare – e magari hanno avuto immediatamente la forza per farlo – o che, più chiusi e timidi, non sono riusciti e sono scesi a innaturali compromessi per poi, però (sempre!) saperne uscire.
Che hanno trovato l’amore, il lavoro, il proprio spazio, che hanno affrontato percorsi impegnativi (come il cambiamento di sesso), che hanno dovuto compiere scelte che magari non avrebbero voluto fare.
Ma sono tutte esperienze di vita a lieto fine, sono tutte voci che gridano al valore e all’amore e che pur quando toccano dolorosamente, muovono rabbia o indignazione, sanciscono che l’accettazione di sé e l’impegno perché gli altri vengano accettati sono valori fondamentali per cui vale la pena di mettersi in gioco.

Personalmente ho letto queste pagine con una partecipazione emotiva davvero alta, con un coinvolgimento fortissimo e la sensazione che queste persone, scrivendo di sé, mi abbiano fatto un regalo, mi abbiano permesso di immedesimarmi in loro e quindi, dopo, di andare per il mondo con una dose di consapevolezza in più e una di superficialità in meno.
Oltre che ai giovani che soffrono situazioni difficili, consiglio la lettura a tutti i genitori e a tutti gli educatori.
Perché affinché le cose davvero cambiano devono diventare loro i migliori alleati dei propri ragazzi.
Di seguito un piccolo estratto, dall’intervento (dotto ma illuminante) di Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicanalista impegnato nei “sex and gender studies”.

lecosecmabianositi di riferimento per chi volesse approfondire:
 (età consigliata: dai 13 anni)